Spesso ci troviamo a chiedere agli Imprenditori e ai Manager con cui collaboriamo se sappiano spiegarci la differenza tra essere “resistenti” ed essere “resilienti”.
Il più delle volte non vi è una chiarezza in merito e come sappiamo se non siamo in grado di catalogare un comportamento difficilmente saremo in grado di porlo in atto, almeno consapevolmente.
La resistenza è un concetto passivo, sto, so avere la forza e il coraggio di non farmi travolgere, ogni mia azione è volta a contrastare gli eventi avversi e alla sopravvivenza.
La resilienza, oltre a incorporare la resistenza, vi aggiunge un valore proattivo: i miei sforzi sono volti a dare risposte positive che non solo mirino alla sopravvivenza ma che rilancino con pari forza contraria agli eventi, più che avversi visti come problema da tramutare in opportunità. Miro all’evoluzione, non al ripristino di uno status quo.
Charles Handy, tra i primi 50 pensatori al mondo elencati nella “Think Tank” mondiale, nel suo “Age of unreason” afferma che siamo nell’era dell’irrazionalità e che tutto cambia molto rapidamente, chi non sia attento a coglierne tutti i segnali rischia di fare la fine della rana bollita.
Ogni problema affrontato, se risolto in modo evolutivo diviene vantaggio competitivo, viceversa diviene impedimento e zavorra nella lotta commerciale alla sopravvivenza sul mercato.
Che segnali possiamo cogliere oggi in questo periodo senz’altro complesso e di difficile lettura?
Probabilmente sta cambiando e cambierà l’approccio e l’attitudine al lavoro, sempre meno “fisico” e più “virtuale” o “smart” dove possibile. Gli incontri per necessità saranno limitati a quando strettamente necessari, anche i dipendenti che non svolgono lavoro fisico dovranno essere in condizioni di operare da remoto su piattaforme online. La rivoluzione in cloud e digitale delle aziende non è più un optional.
Vi sarà un epocale crollo del PIL e assisteremo a una recessione storica in cui tutte le carte verranno rimischiate e redistribuite: chi per primo e meglio si muoverà piglierà il banco. Le principali Istituzioni Finanziarie sono pronte a inondare di liquidità i mercati per scongiurare una crisi mondiale che potrebbe ridurre in macerie le economie e gli aiuti arriveranno in forme diverse:
- Sussidi alla popolazione
- Ammortizzatori sociali
- Finanziamento alle Imprese sia di liquidità per far fronte al corrente, sia per agevolare investimenti
- Defiscalizzazione, incentivi fiscali e proroghe
- Garanzie di Stato sia sui finanziamenti alle Imprese che sui crediti inesigibili
- Sospensione temporanea dei parametri delle leggi in materia di insorgenza dello stato di insolvenza e di crisi aziendale e fallimentare
Possiamo leggere quanto sopra con due atteggiamenti:
Resistente – speriamo di cavarcela, utilizziamo quanto più possibile gli aiuti per evitare di saltare sperando di arrivare salvi a fine emergenza. Ci si troverà con meno fatturato e più debiti fatti per finanziare spese correnti.
Resiliente – in mezzo a tanta baraonda e viste tutte le opportunità sia sotto forma di aiuti sia sotto forma di possibilità di fare “shopping” sul mercato che visione posso sviluppare per uscirne molto più forte e agguerrito di prima. Buona parte dei finanziamenti sono investimenti volti a creare maggior fatturato e utili.
L’emergenza non finirà cessato l’allarme Covid, anzi forse sarà il momento più difficile, momento in cui dovremo misurarci in un mercato che non sarà più quello di prima ma i cui orizzonti sono ancora avvolti dalle nebbie dell’incertezza.
Una cosa è certa, il buon Imprenditore si distingue per capacità di visione e quella è una prerogativa che non pretendiamo né di insegnare né di sostituire, semmai di supportare e di integrare operativamente.
Data una visione, dopo averne analizzato nel dettaglio i vantaggi e i relativi rischi, va necessariamente steso un piano industriale, reperiti i mezzi adeguati e pianificate azioni e controllo, indifferentemente dalle dimensioni dell’Azienda.
Ci rivolgiamo a tutti i Visionari Resilienti: a loro possiamo fornire i modelli e le possibilità di reperire le risorse necessarie per porre in essere la loro personale rivoluzione, che richiede coraggio, consapevolezza e lucida determinazione, conoscenza delle regole del gioco e oculata passione nel mettersi alla prova.
Con rispetto e ammirazione per tutti i “Capitani Coraggiosi”.
Marco Simontacchi
2 aprile 2020